Giganti sulla Terra - Come la mettiamo Darwin?


Questi sono, quindi, i giganti dell’antichità, i Gibbori di prima e dopo il diluvio della Bibbia.
Mi vengono alla memoria le cinque statue di Bamian scoperte dal famoso viaggiatore cinese Hiouen Thsang.

La più grande rappresenta la prima razza umana il cui corpo protoplasmatico semi- eterico, semi-fisico è cos. commemorata nella dura pietra imperitura, per istruire le generazioni future poiché in altro modo il suo ricordo non sarebbe mai sopravvissuto al diluvio atlantico.
La seconda, alta 120 piedi, rappresenta con intera chiarezza il nato dal sudore: la razza iperborea.
La terza misura 60 piedi e immortala sapientemente la razza Lemure che abit. nel continente Mu o Lemuria situato nell’Oceano Pacifico; i suoi ultimi discendenti sono rappresentati nelle famose statue trovate nell’isola di Pasqua.
La quarta razza rappresentata dalla corrispondente statua, visse nel continente Atlantideo situato nell’oceano Atlantico e fu ancora più piccola, sebbene gigantesca in confronto alla nostra attuale quinta razza.
L’ultima di queste cinque immagini è un poco più alta della media degli uomini alti appartenenti alla nostra razza attuale. É ovvio che quella statua personifica l’umanità Ariana che abita nei continenti attuali.

Esistono, in tutti gli angoli del mondo, rovine ciclopiche e pietre colossali come testimonianza vivente dei giganti.
Nei tempi antichi esistettero gigantesche pietre che camminavano, parlavano, pronunciavano oracoli e perfino cantavano.
La pietra del Cristo, la roccia spirituale che seguiva Israele, è scritto che si converti in Jupiter-Lapis divorato da suo padre Saturno sotto forma di una pietra focaia.

Se non fossero mai esistiti giganti che muovevano rocce tanto colossali, non avrebbero mai avuto realtà Stonehenge, Carnac (Bretagna) e altre simili costruzioni ciclopiche.
Se nei tempi passati non fosse esistita sulla faccia della terra la vera e legittima scienza magica, mai ci sarebbero state tante testimonianze di pietre “oracolari e parlanti”.
In un poema attribuito a Orfeo, queste pietre sono divise in ofiti e sideriti, la pietra serpente e la pietra stella. L’ofite è aspra, dura, pesante, nera e ha il dono della parola; quando la si getta, produce un suono simile al grido di un bambino. Fu per mezzo di questa pietra che Elieno predisse la rovina di Troia, la sua amata patria.
Antichissimi documenti sacri affermano che Eusebio, in vita, non si separava mai dalle sue ofiti e che recitava oracoli da esse proferiti per mezzo di una vocina che sembrava un tenue sibilo, lo stesso che ascolta Elia o Elijah nella bocca della grotta dopo il terremoto. La famosa pietra di Westminster era chiamata “liafail”, la “pietra parlante” ed elevava la sua voce solo per nominare il re che doveva essere eletto. Quella pietra aveva un’iscrizione cancellata ora dalla polvere dei secoli che diceva: “NI FALLAT FATUM, SCOTII QUOCUMQUE LOCATUM INVENIENT LAPIDEM, REGNASET TANDEM IBIDEM”. Suidas parla di un uomo che poteva distinguere con un’occhiata le pietre inanimate da quelle che erano dotate di movimento. Plinio menziona pietre che si allontanavano quando una mano si avvicinava ad esse.

Le pietre mostruose di Stonehenge erano chiamate anticamente “chior-gaur” o “il ballo dei giganti”. Vari autori molto eruditi, parlando delle rovine di Stonehenge, Carnac e West Hoadley, danno meravigliose informazioni su quest’argomento cos. speciale. In quelle regioni si trovano immensi monoliti, alcuni dei quali arrivano a pesare fino a 500 tonnellate. Furono i giganti dei tempi antichi che un giorno hanno potuto alzare quelle moli, collocarle in maniera simmetrica perfetta e sistemarle con quel meraviglioso equilibrio che sembra che tocchino appena il suolo e che, sebbene il contatto più leggero di un dito le ponga in movimento, resisterebbero alla forza di venti uomini che cercassero di spostarle.

Furono i giganti che trasportarono le pietre per la costruzione delle piramidi d’Egitto: la pietra oscillante fu un mezzo di divinazione usato dai giganti, ma perché oscillano? Le più enormi di esse sono, evidentemente, reliquie degli atlantidei; le più piccole, come le rocce di Brimham sono pietre girevoli nella loro cuspide, sono copie dei Lithoi più antichi.

Samael Aun Weor
Messggio di Natale 1968-69

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