Porta del Paradiso, Firenze – Simbologia e collegamento con Testi Gnostici
Un “enigma” che forse può aprire le menti di molte persone, si cela da oltre 600 anni tra le mura di Firenze. Il 28 Giugno 2016, il giornalista Nir Hasson scrisse sul giornale Ha’aretz (il più importante giornale israeliano) qualcosa che fece letteralmente “saltare sulla sedia” il mondo ebraico e non solo. Il giornalista, in quell’articolo, parlava del “Leon Levy Dead Sea Scrolls Digital Library”. Di cosa si tratta? Tra il 1947 e il 1956, in undici grotte vicino all’antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, vennero ritrovati circa 900 documenti, compresi alcuni testi della Bibbia Ebraica. Questi manoscritti hanno poco più di 2.000 anni, Si tratta quindi di alcuni tra i più antichi manoscritti a nostra disposizione sul testo biblico. Sono noti all’opinione pubblica con il nome di “Rotoli del Mar Morto”. Considerata la loro antichità, questi rotoli (insieme ai “papiri di Elefantina” e ancora di più i cosiddetti Vangeli Gnostici di Nag Hammadi-Egitto) sono considerati fondamentali per capire il simbolismo dei testi biblici.
Il progetto denominato “Leon Levy
Dead Sea Scrolls Digital Library” ha proprio lo scopo di scansionare con le più
avanzate tecnologie tutti i frammenti dei rotoli del Mar Morto disponibili,
riunirli in un unico testo digitale. In questi antichi testi, riporta lo
studioso di fama mondiale il dottor Alexey Yuditsky, ricercatore dell’Accademia
della Lingua Ebraica, la famosa “Arca di Noè” avrebbe avuto la forma di una
piramide!
C'è un aspetto ancora più
intrigante di questa storia, che ci porta direttamente dalle grotte del Mar
Morto a Firenze. Sembra che alcune scuole gnostiche, neo-platoniche, fossero a
conoscenza di questo “segreto” già da circa 600 anni. Tra i luoghi più
importanti dell’antica Firenze, possiamo sicuramente annoverare il Battistero
di San Giovanni, consacrato nel 1059 d.C. Questo importante tempio aveva tre
porte principali. Su uno di questi ingressi, tra il 1403 d.C. e il 1424 d.C.,
venne realizzata dal grandissimo artista fiorentino Lorenzo Ghiberti quella che
venne chiamata in seguito la “Porta del Paradiso”, una porta ornata in maniera
splendida. Il Ghiberti curò il rivestimento della porta, costituito tra l’altro
da dieci pannelli, o quadri solidi, in bronzo dorato.
Nel secondo pannello, partendo
dall’angolo in alto a sinistra, chiamato “L’ebbrezza di Noè”, raffigura il
racconto biblico del Diluvio Universale. Questa raffigurazione contiene un
dettaglio a dir poco singolare. Nella scena principale viene raffigurato il
racconto biblico, di Noè e l’Arca. Alle spalle di questa scena principale,
però, si vede qualcosa di stupendo. L’artista incide, dietro Noè, l’Arca da lui
stesso costruita. In questa raffigurazione l’Arca di Noè non è una nave, o un
qualche tipo di imbarcazione, ma è una piramide egiziana!
Nel pannello si distingue chiaramente la sua forma, e alla base della piramide si può vedere l’ingresso per gli animali da salvare. Di fronte all’ingresso, alla base della piramide, si possono distinguere Noè, sua moglie, i suoi tre figli e le sue tre nuore. Noè fa segno al piccolo gruppo di persone di evacuare la piramide una volta arrivati a terre nuove, e di andare in una certa direzione.
Da notare questo fatto: Il Ghiberti non incide un'Arca con il tetto a piramide,
come avevano suggerito alcuni iniziati del passato, come Origene. Il Ghiberti
incide una vera e propria piramide con la sua base sul terreno, come quelle ci
trovano a Giza. Il professor Alexey Yuditsky dice che il Ghiberti aveva
ragione, e tutti gli altri avevano torto. Ma allora come faceva il Ghiberti a
sapere quello che altri non sapevano? Quali manoscritti biblici erano disponibili
a Firenze, e poi sono “spariti”? Cosa
era davvero l’Arca?
La Nuova Accademia Gnostica S.A.W.
di Firenze
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