Dicono di noi … Gnosi: Conoscenza Diretta – Storia – Rivelazione - Angiologia




 Premessa

Per comprendere la figura dell’Angelo all’interno dello Gnosticismo dobbiamo affrontare l’origine e lo sviluppo di questo movimento nonché il suo elemento caratterizzante: la Gnosi (dal greco “gnosis” = conoscenza). Questo è quanto si cercherà di fare, tenendo ben presente che la seguente trattazione non può in alcun modo ritenersi esauriente, considerati non solo la vastità della letteratura sull’argomento ma, anche e soprattutto, l’elemento fondamentale che permette l’accesso alla Gnosi, ossia l’illuminazione, di per sé assente da qualsiasi tentativo limitato di espressione e trasmissione umana
 “Questa” Gnosi non è infatti acquistabile con la speculazione razionale o con la sola contemplazione mistica e ascetica, ma tramite la rivelazione di essa che (nel Cristianesimo gnostico) il salvatore Cristo (non solo l’incarnazione umana di Gesù - Cristo, ma intesso come Coscienza Universale o Crestos Cosmico) dà a coloro che nell’iniziazione dei misteri sono preparati a riceverla.
"La Gnosi, per quanto parente del misticismo e della sapienza, è nettamente diversa da entrambi. Il misticismo, pur presentandosi in tante guise, è in chiara opposizione alla fede; e in realtà rappresenta forse la forma di fede più intensa. La sapienza, in senso biblico, è associata alla percezione profetica di un Dio che governa il nostro mondo, concepito come lontano dalla sua Creazione originaria. La Gnosi garantisce la conoscenza di un Dio ignoto a questo mondo, e da esso lontano, un Dio esiliato da una falsa Creazione che, di per sé, costituiva una Caduta. Da se stessi, venendo a conoscere questo Dio alienato e a esserne conosciuti, si arriva a rendersi conto che quel sé più profondo non faceva parte della Creazione-Caduta, ma risale a un tempo arcaico prima del tempo, quando quel sé faceva parte di un tutto che era Dio, un Dio più umano di qualunque altro adorato da allora in poi." (Harold Bloom)

Né per fede, né per gli angeli
Credo gnostico del II secolo dell'era cristiana

Ciò che ci libera è la gnosi
di quello che eravamo
di ciò che siamo diventati
di dove eravamo
di dove siamo stati gettati
di dove ci affrettiamo
di ciò da cui siamo redenti
di cosa sia veramente nascere
di cosa sia veramente rinascere.



Gnosi e religione

I 3 brani seguenti: da “La Gnosi” (1940-1950) di P. M. Virio

In fondo ad ogni religione troviamo sempre gli stessi principi essenziali: espressione immutabile della Verità eterna, che noi incarniamo e che dobbiamo evolvere fino al compimento.
Le diverse espressioni religiose costituiscono l’ampiezza dei rami e sono l’estensione di uno stesso Tronco: la sconfinata Sapienza Divina.
L’umana natura, in tutti i suoi aspetti, emozionale, morale, razionale e spirituale ha bisogno di questo Tronco, base su cui si appoggia.
La Sapienza ha carattere universale.
Non può essere né patrimonio né predominio di nessuna scuola o corrente, e nessuno può attribuirsi il diritto o il credo che il valore di questa possa appartenergli come esclusivo.
La Religione, vista come Sapienza Divina, è Una per tutta l’umanità.
La Luce della Verità è Una: anche se la Verità si manifesta sotto diversi aspetti di Luce.
I diversi suoi aspetti sono raggi di Luce che penetrano la mente e il cuore dell’uomo, facendovi scaturire la Luce, sorgere la Fede. Luce sulla Verità, Fede in Dio, Amore nel Cristo, nel suo insegnamento.
E’ detto: Se il cuore umano cerca la Luce, la Luce vi sarà riversata.
Colui che si sforza di pervenire alla Conoscenza Divina, che si consuma nella brama di questa Conoscenza, vera scienza perfetta e trascendente, sa che la Gnosi ne costituisce il mezzo.
La Gnosi, interiore sapienza, è la sacra penetrazione dei Misteri Divini: Misteri in cui risiede la vera natura di ogni Religione.
E’ solamente penetrando questi Misteri che si può trovare il vero punto di contatto tra le diverse religioni, tra le varie espressioni e forme di fede, che si può percepire la presenza della Luce.
Luce Divina, Universale, Scaturigine prima e Centro di tutti i raggi di Luce riversati sulla umanità nei secoli: stupenda realtà di una Provvidenza Superiore e di un disegno Divino.



Misteri e iniziazioni antecedenti al Cristianesimo

Ogni religione ha posseduto i suoi Misteri e ha tramandato il contenuto come Conoscenza sacra. Ogni culto fu depositario di dottrine e misteri, miti e cerimonie sacre; dai più antichi ai più idonei a oggi; di cui a noi sono pervenuti soltanto che brevi formule e iscrizioni, segni, simulacri, statue e resti di sacelli. Nulla rimane dei papiri contenenti i segreti dei loro misteri, e delle dottrine si ritrovano solo frammenti o allusioni riportate da opere di altri scrittori.
La essenza dei misteri Pitagorici, le pure concezioni di Platone, il pensiero della scuola Aristotelica, i Misteri religiosi e Iniziazioni Sapienziali di altri popoli permisero di delineare la genesi della Gnosi antecedente al Cristianesimo.
Ciò che a noi è pervenuto di cognizione sui culti che dominarono in Oriente, specie in India e Egitto, si poggia prevalentemente su ciò che scrittori greci e latini ne hanno tramandato.
Qualcosa di quella che fu la religione Egizia e dei misteri Babilonesi e Persiani si può attingere da Erodoto. Gli insegnamenti tramandati da Pitagora hanno una Tradizione sì remota, in cui è impossibile distinguere le origini o i primitivi strati.
Con Alessandro il Grande, per le classi culturali greche si intensificò il senso della coscienza religiosa, in loro si schiusero vasti orizzonti di conoscenza e furono illuminati sui Misteri di Zoroastro e sulla scienza dei Magi: conobbero la saggezza dall’Uno, l’arte di prevedere il futuro, dagli Altri.
La biblioteca di Alessandria si arricchì di documenti antichi e preziosi, vi fluirono i manoscritti di Omero, Esiodo, Platone, Aristotele e molti altri tesori. Gli Orientali poi, depositari di dottrine e miti antichissimi, a loro volta, ritrassero per i greci, in lingua a loro accessibile, copia dei loro libri sacri, rotoli e papiri.
Beroso compose per loro un’opera su dottrine, misteri e miti babilonesi; e Maneto compose un’altra opera sulla religione e i misteri egizi di Oro, Iside e Osiride. Questa Sapienza orientale influì molto sullo sviluppo del culto sacro dei misteri greci.
E’ difficile rintracciare le varie linee delle Tradizioni dei Misteri, in quanto questi venivano custoditi con la più grande segretezza.
Era innata l’Idea che la Religione dovesse contenere qualcosa di così altamente virtuale da conferire il potere e la conoscenza, ritenevano un dovere conoscere segreti e misteri, nei quali era possibile penetrare per essere iniziati; che vi fosse un graduale processo di sviluppo sia nei Misteri che nella Conoscenza e che infine esisteva una scienza dell’anima e una conoscenza delle cose superiori e invisibili.
Questa Idea si estese e si ampliò notevolmente, si sviluppò ancor più altamente con la fusione di ciò che i Greci appresero sul culto dei Misteri Orientali.
Lentamente e gradatamente la sapienza degli Egizi, dei Babilonesi e Caldei, della Persia e riflessi di sapienza Inda, reagì sul centro del pensiero Greco e la Religione, con tutti i suoi elevati e profondi problemi dell’anima, prevalse: cominciò quindi ad espellere dalle scuole il mero scolasticismo per applicarsi e dedicarsi esclusivamente alla natura interiore dei Misteri. Sorsero, nate da questa ricerca del Mistero e dalla aspirazione e sete di conoscenza, varie e diverse scuole.
E’ quindi evidente che la origine della Gnosi, come Sapienza Divina, ha fondamenta antichissime; ed è sempre esistita come aspirazione nel profondo dell’essere.
La Religione con i suoi Misteri ha sempre esercitato il suo influsso sui popoli, anzi ne ha sempre costituito parte fondamentale ed essenziale, regola di vita; sia che il culto fosse concepito come Divinità unica, esclusiva, con potenza illimitata e infinita, sia che il culto, il potere, gli attributi divini siano assegnati ad una pluralità di potenze Divine.
Da rilevare inoltre che per i Babilonesi e Caldei, oltre al culto Divino, erano considerati sacri, e onorati con pratiche di culto gli Elementi della Natura, Aria, Acqua, Fuoco, Terra; come aveva un posto preminente la Volta Celeste e il culto degli Astri, anzi, la potenza e l’influsso di questi era intimamente connessa a tutti gli eventi umani.
Questo credo sugli influssi delle potenze astrali, detenuto nella Babilonia e nella Caldea, influì molto sulle altre religioni. Da notare inoltre che era compito della Casta Sacerdotale la sapiente interpretazione di questa scienza considerata sacra, anzi, si deve ad essi la prima suddivisione del tempo, in base allo studio fatto sui movimenti dei Pianeti: nacque così la Astronomia, Astrologia, Calendario, primo frutto della Sapienza Babilonese Caldea.
Ogni Religione ed ogni Tradizione ha posseduto la Iniziazione ai Misteri, è stata quindi depositaria della Gnosi come Sapienza Divina: la ricerca di questa ed il pervenirvi sono tendenze naturali ed innate all’anima. Ed il Nome attribuito alla Divinità, nelle diverse Religioni, ha un Principio identico di comparazione: la Paternità come Essere Supremo.

Gnosi e Cristianesimo

Tutto nella nascita del Cristianesimo sta a dimostrare che il suo Avvento corrisponde ad una necessità spirituale della Specie.
Le tradizioni religiose vanno considerate non soltanto come memorie di fatti contingenti, ma più come echi di avvenimenti superiori, come traduzioni di forze occulte in un dato senso determinanti ed ispirative che, al momento giusto, maturo e opportuno si manifestano.
Le origini del Cristianesimo sembrano circonfuse di un certo mistero. Fuori dei documenti neo testamentari e tradizionali, le notizie limitatissime riguardanti quell’avvenimento sono stranamente incerte ed insufficienti. Gli apocrifi inoltre sono quasi tutti frammentari e di epoche tarde, cioè dimostrano evidenti interpolazioni.
Ciò che risulta evidente, è la sua origine di radici bibliche esseniche (Esseni = “guaritori terapeuti”, dal vocabolo assè che nell’aramaico e nella lingua talmudica significa “sanare”, “guarire”) in quanto l’esoterismo cristiano si presenta fin dal tempo degli Apostoli come integrazione dell’antico insegnamento Cabalistico con i nuovi arcani impartiti da Gesù Cristo, come integrazione occulta del Testamento antico con il nuovo, e dell’Antico e Nuovo Patto di Alleanza.
Molti dei primi giudeo cristiani furono infatti designati con il nome di hassidim (giusti, santi) che è il nome dal Talmud dato appunto ai cabalisti esseni. Anche tutti gli apologisti primitivi tennero a dimostrare l’identità esseno cristiana, da Eusebio a Epifanio, e si può risalire fino a S. Girolamo e al Baronio.
Nel mondo cattolico, i Carmelitani, pur non avendo e rinnegando l’esoterismo, si ritengono tuttora e sono in effetti discendenti di un gruppo di Esseni del Monte Karmel e venerano perciò come loro fondatore il Profeta Elia.
Come Sansone ed Elia, Giovanni il Battista e lo stesso Gesù Cristo, appaiono come Hassidim.
Cristo Gesù nei Vangeli è indifferentemente appellato il Nazireo, Gesù il Nazareno, per indicarne appunto la consacrazione essenica, il carattere eminentemente iniziatico. Agli Hassidim viene infatti spesso applicato anche il nome di Nazorei, Nazirei e Nazareni, dal vocabolo Nazir (puro) che indicava coloro che erano consacrati a Dio, coloro che emettevano i voti del nazireato o purificazione.
Iniziati di comunità esseniche appaiono molti discepoli del Cristo e molti dei primi cristiani. (…)
Lo gnosticismo ha fuso il passato con l’avvenire, il paganesimo con il cristianesimo: con opera lenta di penetrazione intellettuale e morale ha preparato il passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Lo gnosticismo ha seminato nell’Atmosfera intellettuale una quantità di idee teologiche nuove e antiche, di propositi e scopi morali che hanno contribuito alla diffusione del cristianesimo, apportandovi e lasciandovi la sua impronta come Forza invisibile ed occulta che si è prolungata fino ad oggi. (…)
E’ stato detto che la Gnosi fu proprietà insita in ogni Religione e di ogni Tradizione, quindi fu pre cristiana: Cristo con la sua Rivelazione illuminò e dischiuse a tutti, per mezzo del suo insegnamento, la Dottrina sacra che fino ad allora era stata riservata ai pochi, agli iniziati e sacerdoti, rivelò il Segreto esistente sin dalla creazione del mondo, rivelò la Verità, i suoi gradi, i suoi misteri…
La sua Parola che rivela la Sapienza fu virtuale, sottile e penetrante, fu lievito che fermentò e operò, formò radici e si estese, specie con la diffusione che ne fece Paolo.
Paolo fu iniziato e gnostico ad un tempo: fu dottore gnostico e pioniere della teologia cristiana. Paolo prospetta l’aspetto soteriologico del Cristo; il tema della liberazione karmica avviene per mezzo del Cristo: liberazione posta in relazione con il tema della formazione dell’uomo celeste in noi, similmente a Filone per cui la formazione dell’anima, liberata dalle passioni è resa atta alla Gnosi divina.
Per Paolo come per Filone il luogo della Beatitudine è un aldilà nei Cieli, dove vibra il movimento delle Potenze Celesti, infatti in una epistola agli ebrei si ritrova il concetto della ascensione attraverso le sfere (con un carattere gnostico) in quanto Cristo è il Coordinatore delle Potenze e degli Arconti, e le Potenze cosmiche sono assimilate agli Angeli.

L'eresia gnostica

Il brano seguente è di De Pouvourville e Champrenaud.

Il rimprovero che i teologi cattolici e protestanti sono soliti rivolgere alla Gnosi, è di non aver alcun orientamento sicuro, di mancare assolutamente di unità. Tanti gruppi gnostici, si dice, tante dottrine.
A priori questo rimprovero sembra fondato, ma non resiste ad una seria esegesi.
In primo luogo si pone una questione pregiudiziale. La Chiesa di Roma si è prefissa la missione di provare all’universo che essa sola è una e indivisibile e, per arrivare a questo, non è arretrata davanti ad alcun mezzo.
Cominciò col far scomparire la maggior parte degli scritti gnostici. L’incendio della biblioteca di Alessandria, appiccato dall’imperatore Teodosio, fece il grosso del lavoro. Altri fanatici diedero il colpo di grazia. Restavano gli insegnamenti orali, la tradizione. Per averne ragione, bisognò agire d’astuzia. E così si fece.
I Padri della Chiesa raccolsero questi insegnamenti, li snaturarono, li torturarono in mille modi, prendendo sistematicamente in senso letterale ciò che gli gnostici avevano detto in senso figurato, impastando le loro citazioni con glosse oscure, con interpretazioni fantastiche. Sant’Epifanio e sant’Ireneo in persona si spingono fino ad immaginare delle sette, fino a scambiare designazioni di gradi iniziatici con gruppi confessionali, al fine di moltiplicare le divisioni e di provare in tal modo quanto la gnosi fosse lontana dall’unità cattolica. Ma c’è dell’altro: dato che molti scrittori cristiani – come fa osservare Proudhon – quali Rodon, Candido, Appio, Eraclio, Massimo, Arabien, avevano scritto su diversi argomenti contro gli eretici, si distrussero i loro libri. E’ da presumere che la Chiesa temesse tanto la buona fede con cui questi scrittori combattevano le eresie quanto le eresie stesse.

Le quattro Chiese

Il 2 brani seguenti: da "Pagine esoteriche" di Fernando Pessoa (1888-1935)

Nel Cristianesimo, quale si costituì alla fine nelle ombre della Storia, c’erano due elementi distinti, che solo un legame invisibile collegava. Lo stesso accadeva nelle religioni precedenti, come quella greca, in cui, oltre ai rituali manifesti e, per così dire, civili, c’era il mondo sotterraneo dei Misteri. Questa duplice struttura del culto religioso si è riflessa anche nel Cristianesimo. Dal momento in cui acquisì completezza mistica, il Cristianesimo si modellò a due facce, una rivolta alla Luce, che è la menzogna, l’altra rivolta all’Ombra, che è la verità. Dalla prima ebbero origine, in seguito a varie circostanze storiche, le tre Chiese cristiane: quella di Roma, quella cosiddetta Ortodossa e quella, frammentaria e scoordinata, che sinteticamente definiamo Protestante. Dalla seconda faccia ebbe origine un’unica Chiesa, la Chiesa Gnostica, detentrice delle chiavi dei misteri più nascosti; quella che si sarebbe poi chiamata, nel linguaggio dei Rosacroce, Chiesa Mistica.
Per circostanze che non si possono riferire – o perché sconosciute, o perché, se conosciute, destinate per loro natura a rimanere occulte – nella sfera visibile della Chiesa di Roma si formò con fini mistici e segreti un ordine che venne chiamato Ordine Militare del Tempio di Salomone. I suoi servi, iniziati e non, sono quelli che designammo per brevità come Templari. A questo Ordine Mistico furono affidati i segreti e la tradizione della Chiesa Gnostica. Solo la Notte sa come vennero trasmessi. Alcuni affermano che in origine l’Ordine non li possedesse, ma li avesse acquisiti per trasmissione esterna solo quando era venuto a contatto con l’Oriente durante le Crociate; altri sostengono che li possedesse fin dall’inizio, perché era stato fondato proprio per questi, e che non ci fosse bisogno di andare in Oriente quando l’Oriente poteva venire da noi (quando era già venuto da noi).
(…) I due rami (apparentemente) più importanti della propaganda dell’occulto, il Buddhismo Esoterico e i Rosacroce, si sono consacrati a preparare il mondo, ciascuno nella propria sfera di azione, in vista della costituzione di una Nuova Gerusalemme, o vera Chiesa Cattolica. E, poiché operavano in regioni diverse e con seguaci di varie religioni, adattavano la propaganda dell’occulto agli orientamenti e alle credenze di costoro. Essendo, poi, una loro dottrina fondamentale, come di tutti i rami dell’occultismo, il Secondo Avvento di Cristo e la Fondazione, con Lui, della vera Chiesa Cattolica, preparavano in modi diversi la condizione dell’anima – che solo oggi vien definendosi – adatta ad accogliere tali eventi.
La Natura di Gesù Cristo è duplice, sia per gli occultisti sia per i teologi cristiani. E’ divina e umana insieme. I teologi e i credenti cristiani, gli uni e gli altri estranei alla comprensione di questo punto, intendono tale duplice natura in modo diverso dagli occultisti. Per questi ultimi Gesù Cristo è nello stesso tempo un Adepto, come il Buddha o un altro Iniziato, e il Figlio di Dio, o Logos, e, in quanto tale, al di sopra di qualsiasi grado di Adepto. (…)
In quanto Logos è Cristo (Crestos Cosmico) e non appartiene a questo mondo se non come Dio, che l’ha creato, e del mondo è sostanza e ad esso appartiene. Gli Gnostici, che erano occultisti, o perlomeno mistici superiori, lo videro in questo modo, ma separano le due nature per adorare sopratutto quella divina, necessariamente superiore, e non quella umana, superiore tutt’al più solo per grado, e non per genere.
Ma gli Gnostici furono condannati per eresia e, come eretici, respinti e distrutti, almeno in apparenza. Non fu comunque la Chiesa a disperderli in questo modo, ma fu il Destino che rese capace la Chiesa di agire così. L’idea che essi diffondevano non apparteneva al loro tempo, né poteva essere utile agli scopi di Coloro che guidano il mondo, nonostante questi sapessero bene che era più vera di quella che sarebbe poi stata sviluppata e diffusa fra le nazioni dalla Chiesa Cattolica.

La tradizione occulta della Gnosi

(…) Così abbiamo visto come il cristianesimo abbia amalgamato elementi che l’analisi riconduce a cinque, ma che originariamente sono tre: il monoteismo giudaico, il misticismo neoplatonico e il paganesimo della decadenza romana. Nel conflitto con il giudaismo, il cristianesimo più rigidamente giudaico è rifluito verso l’origine ed è sparito. Nel conflitto con il paganesimo, quest’ultimo, quando non si è integrato con il cristianesimo, è completamente scomparso. Nel conflitto con il misticismo neoplatonico è però accaduta un’altra cosa. Tale misticismo ha prodotto, entrando in conflitto antisincretico con il cristianesimo, la celebre eresia della Gnosi. Eresia che non è mai scomparsa: oppressa, osteggiata dall’esterno, questa setta di occultisti diventò segreta, scomparve dalla storia manifesta, ma non dalla vita. Non è impossibile incontrare, qua e là, chiare tracce del suo segreto permanere. E tale permanere mostra aspetti di conflitto con il cristianesimo ufficiale e soprattutto con quello cattolico. Accanto al cristianesimo ufficiale, con i suoi vari misticismi e ascetismi e le sue diverse magie, vediamo emergere in superficie, episodicamente, una corrente che data senza dubbio dalla Gnosi (cioè dalla fusione della Saggezza Orientale, la Cabala giudaica, erede spiritualità egizia, e il neoplatonismo) e che ora ci appare sotto le spoglie dei cavaliere Templari, ora, dopo essere scomparsa, torna a rinascere con la Rosacroce Antica, e infine, fino i nostri giorni.
Sembrerebbe assurdo citare questa corrente minore del cristianesimo se la sua importanza nella storia non fosse, malgrado il suo carattere occulto, enorme. Essa incise fortemente sul Rinascimento e sulla Riforma; ed è anche riconosciuta una sua influenza sulla Rivoluzione francese. La natura dell’argomento ha impedito, com’è ovvio, che se ne facessero studi approfonditi. Ma ciò che traspare dagli interstizi della storia non lascia dubbi in proposito. Il moderno rifiorire dei sistemi occultisti, che si nota soprattutto per l’importazione nei paesi anglosassoni del cosiddetto buddhismo esoterico – orribile amalgama di superstizioni primitive, di umanitarismo decadente e di confuso gnosticismo – ha portato di nuovo alla superficie quanto rimaneva in Europa della tradizione occulta della Gnosi.

Neoplatonismo

Le parole di Pessoa ci introducono al neoplatonismo; di seguito ne è riportata una sintesi.

Innanzitutto il termine “neoplatonismo” designa le dottrine filosofiche e religiose di una scuola eterogenea di pensatori speculativi, che sintetizzarono la teoria delle idee di Platone conferendole una connotazione formale. Tale sintesi filosofica ebbe il suo fulcro ad Alessandria annoverando l'ebraismo ellenizzante del filosofo Filone di Alessandria e altre concezioni di provenienza essenzialmente greca; per estensione, il termine viene applicato a posizioni filosofiche sostenute nel Medioevo, nel Rinascimento e nell'età moderna.
In particolare, il neoplatonismo è una forma di monismo idealistico nel quale l'Uno, perfetto, inconoscibile e infinito, è ritenuto la realtà ultima dell'universo. Dall'Uno emanano, come "irradiati", molteplici livelli di realtà, o ipostasi, il più elevato dei quali è il nous (lo pneuma, lo spirito individuale), da cui deriva l'anima del mondo, l'attività generatrice delle anime inferiori degli esseri umani concepita come un'immagine del nous, che è a sua volta un'immagine dell'Uno; entrambi, benché differenti, partecipano della stessa sostanza, sono cioè consustanziali all'Uno. L'anima del mondo, tuttavia, ente intermedio tra il nous e il mondo materiale, può preservare la sua integrità e la sua perfezione riflessa oppure diventare sensuale e corruttibile; la stessa scelta è offerta a ogni anima inferiore. Quando, per via dell'ignoranza della sua vera natura e della sua identità, l'anima umana sperimenta un apparente sentimento di separatezza e indipendenza, diviene arrogante, ricadendo in abitudini sbagliate e depravate. La salvezza è tuttavia ancora possibile: proprio grazie alla libera volontà che l'ha spinta a peccare, l'anima può modificare una condotta peccaminosa percorrendo in direzione opposta la via della sua degenerazione, fino a riunirsi nuovamente alla sorgente del suo Essere. La comunione effettiva si realizza mediante un'esperienza mistica nella quale l'anima sperimenta l'estasi, attraverso una rigorosa disciplina interiore.

Cristianesimo gnostico

Ed eccoci giunti ad affrontare più direttamente "l'elemento angelico" e le dottrine gnostiche così come sviluppate con l’avvento del Cristianesimo.
I 2 brani seguenti: da “Gli insegnamenti segreti della Gnosi” di De Pouvourville e Champrenaud.

Lo Gnosticismo, considerato dalle Chiese Cristiane la massima eresia del II e del III secolo dopo Cristo, è il tentativo di sostituire alla semplice fede, una conoscenza più profonda o gnosi, destinata soprattutto ai perfetti, i cosiddetti gnostici. Tale movimento diede origine a diverse scuole, con tendenza più filosofica in Egitto (Valentino, Basilide) e a Roma (Marcione); con carattere più magico in Siria.
La dottrina gnostica, comune a tutte le scuole, si può così riassumere:
1. I due principi. All’origine dell’universo stanno due primi principi supremi ed eterni, di cui uno è spirituale, divino, fonte di ogni perfezione, assolutamente incomprensibile, abisso inesplorabile, di ineffabile grandezza. Contro questo si erge l’altro principio, la materia incosciente, la cui qualità intrinseca è il male.
2. Le creature, o esseri finiti, procedono dai due principi. Dal principio del bene proviene il regno della luce o pleroma (= perfezione, natura perfetta, pienezza, abbondanza), costituito da molteplici eoni (= tempo, durata, eternità), enti eterni procedenti per emanazione e personificanti vari aspetti divini, quali potenza, sapienza, santità, ecc., che procedono per sizigie, o coppie di sesso diverso.
Dal principio del male deriva il regno delle tenebre o kenoma (= vuoto) che è in lotta eterna con l’altro regno.
Particelle della sovrabbondante emanazione divina vennero imprigionate nel regno del male per colpa dell’ultimo eone, Sophia, bramoso di conoscenza, cosicché per virtù loro si animò la materia. Fu appunto l’ultimo eone che procedette alla formazione del demiurgo (o produttore, già ricordato da Platone nel Timeo come artefice e padre dell’universo), il quale, capo di 7 angeli o arconti creatori, signore dei 7 cieli che avvolgono la terra, procedette alla creazione del mondo corporeo e dell’uomo mediante una combinazione di luce e di tenebre, di spirito e di materia. Per questo l’anima umana, che è luce, rinchiusa nel corpo materiale come in un carcere tenebroso, lotta continuamente per il risveglio contro l’incoscienza, nominata a volte corpo, o materia…
La redenzione, consistente solo nella liberazione dell’anima, particella di luce, dal suo carcere corporeo, avvenne perché il Dio supremo del bene inviò un eone salvatore, denominato poi Gesù, il Cristo (come Maestro e come Natura Cristi al interno di ogni Anima – Cristo Cosmico) . Tale redenzione non consistette in un farsi uomo dell’eone o in un suo patire salvifico per l’umanità corrotta, poiché in tal caso anche l’eone divino Gesù si sarebbe sottoposto al regno del maligno, ma solo nel donarci una dottrina che, rendendo conscia l’anima della sua origine divina, la abilitasse alla lotta vittoriosa contro la materia, così come Gesù ne diede mirabile esempio nella sua manifestazione terrena. Nel rapporto degli uomini con la dottrina cristiana stanno i vari gradi della loro partecipazione all’opera redentrice: vi sono gli ilici (da hyle = materia – coloro che ignorano); seguono gli psichici (da psyché = anima -  coloro che soltanto credono in qualche religione e aspettano miracoli) o cristiani, in cui l’equilibrio tra materia e anima rende possibile la speranza di salvezza; stanno al vertice gli pneumatici (da pneuma = spirito – coloro che vivono, esperimentano lo pneuma, lo Spirito Interno per rivelazione) o gnostici, in cui lo spirito dominatore della materia li rende già salvi. Solo alla fine del mondo la liberazione di tutte le particelle di luce sarà perfettamente realizzata con l’apocatastasi o reintegrazione completa di tutto il regno della luce e la sua vittoria definitiva sul regno delle tenebre.

I Sette Arcangeli

Mentre i sette Pianeti solari dell’Universo sono figure dei sette spazi degli Eoni, questi sono raffigurati e presieduti dagli Arcangeli, terza gerarchia delle Intelligenze separate, Forze intermediarie tra il Creatore e le cose esistenti, anelli di congiunzione, elementi celesti, eterei, detti i Messaggeri dell’Altissimo, esecutori dei suoi voleri; hanno poteri vitali e rappresentano per l’uomo una virtù protettiva oltre che illuminativa ed attiva.
Sole: Mikael (Michael)– Intelletto universale, Potestà di Dio, Visione di Dio.
Luna: Gabriel – Nuncio, Verbo e Voce di Dio.
Mercurio: Raphael – Medicina Dei, Rettificazione (è il rettificatore delle vie Karmiche).
Marte: Kamael (Samael) – Forza, Fuoco, Potenza.
Giove: Tsadkiel (Zachariel) – Magnificenza e Grandezza di Dio, Giustizia.
Venere: Haniel (Uriel) – Grazia e Luce, Amore e Splendore divino.
Saturno: Zaphkiel (Orifiel) – Scienza, Sapienza e Luce.

La ruota del fato

La ruota del fato è il ciclo del ritorno, nel tempo, nella generazione terrena (La famosa ruota del Samsara orientale, ruota di successive vite e morti. Si veda non è un concetto esclusivo orientale, ma anche cristiano). Il fato, visto come effetto del passato, di ciò che fummo e di ciò che è stato compiuto, è ineluttabile. Ma la ruota del fato, esperienza attuale e presente, si può modificare con l’azione, la volontà, il pensiero, la luce della conoscenza, etc.
Nella ruota del fato, lungo il pellegrinaggio dell’ascendit e descendit, parte considerevole è in mano ai signori delle Legge, gli Arconti, che sono ostili alla liberazione dell’anima dai vincoli terreni, e la cui opposizione deve essere vinta dall’anima ansiosa di redenzione.
Ma le sette sfere sono state assegnate da Dio ai sette Arcangeli: questi combattono l’ostilità degli arconti e aiutano l’anima nella sua ascesi redentiva.
L’Arcangelo Raphael è chiamato il rettificatore della via karmica, il rettificatore della ruota del fato.

Le fonti

La scarsa conoscenza che finora si aveva dello gnosticismo (poche citazioni e commenti ostili dell'eresiografia patristica) non permetteva nemmeno di risolvere un problema di fondo: se lo gnosticismo fosse un movimento eretico, staccatosi dal cristianesimo, o un indirizzo filosofico – religioso - misterico indipendente dal cristianesimo. La recente scoperta di un'intera biblioteca di scritti gnostici (in gran parte tuttora all'esame di specialisti) dimostra l'esistenza di un cristianesimo gnostico contemporaneo alle tendenze giudeo-cristiane, che ha influito sul Nuovo Testamento, specialmente su Giovanni.
La scoperta della biblioteca gnostica, in lingua copta, è avvenuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammadi, in Alto Egitto, nella zona di Khenoboskhion, dove al principio del IV secolo Pacomio aveva fondato un monastero cristiano. Complicate questioni circa il diritto di possesso e di acquisto dei testi rinvenuti hanno ritardato fino al 1956 l'inizio regolare degli studi, salvo per un piccolo gruppo di essi, tempestivamente acquistato dall'Istituto Jung di Zurigo. Poi gli studi sono stati di nuovo sospesi, e ripresi nel 1962, dopo un accordo tra l'Unesco e il governo della Repubblica araba unita. Una nuova interruzione è stata causata, nel giugno del 1967, dalla guerra arabo-israeliana.
Ora i tredici codici in papiro, contenenti complessivamente 49 scritti gnostici, sono catalogati, sommariamente esaminati, e alcuni di essi già trascritti e studiati.

Vangeli gnostici

Completando l'elenco dei testi di Nag Hammadi con altre notizie pervenuteci dalla patristica, si può tracciare il seguente quadro sintesi della letteratura gnostico-cristiana:

1. Sophia di Gesù - E' una dissertazione dottrinale sulla vera struttura dell'universo, sull'economia della salvezza, sulla provvidenza divina, ecc.; dissertazione tenuta da Gesù, apparso dopo la resurrezione, ai dodici apostoli e a sette donne su di un monte della Galilea, rispondendo alle domande che gli pongono Filippo, Tommaso, Mattia, Bartolomeo e Maria Maddalena.

2. Epistola di Eugnosto - Ha l'identico contenuto della Sophia di Gesù, in forma di lettera anziché di conversazione.

3. Dialogo del Redentore - Il testo, in cattive condizioni e mutilo in più parti, tuttora sotto studio, contiene una dissertazione di Gesù su problemi cosmologici, antropologici e soteriologici.

4. Pistis Sophia - E' un insieme di quattro libri, di cui i primi tre costituiscono un'unica opera: il Cristo risorto, dopo aver ancora trascorso undici anni coi discepoli, nel dodicesimo appare loro in una luce abbagliante, tra canti e suoni e inni angelici, e rivela il mistero della caduta dell'anima umana nella materia, l'origine del male, la necessità del ritorno alla Luce di Dio, il destino degli Arconti, ecc. Il quarto libro ripete argomenti già trattati prima, ambientando il discorso di Gesù, il giorno dopo la resurrezione, prima sulle sponde dell'Oceano (dove Gesù prega usando formule magiche) e poi in "un'aerea regione" luminosa e su di un monte della Galilea.

5. Libri di Jeu - E' un trattato didattico, in due libri, in cui Gesù spiega ai discepoli come dal "vero Dio" uscito dal grembo del Padre, siano procedute ventotto emanazioni (nominate e descritte ad una ad una); poi illustra le tre forme di battesimo (Battesimo interno non soltanto ritualistico, nella forma come nel cristianesimo ufficiale. Battesimo coll'acqua, col fuoco, con lo Spirito Santo) e descrive l'ascesa delle anime dei discepoli, purificati e salvati, attraverso gli eoni del mondo superiore (di nuovo descritti ad uno ad uno).

6. Libro del Grande Spirito Invisibile - Nel contesto è anche chiamato Vangelo degli Egiziani. E' una dissertazione sul mondo della Luce e delle entità superiori, a cu appartengono anche gli gnostici "perfetti".

7. Vangelo della Perfezione - Conosciamo appena il titolo da Epifanio.

8. Vangelo di Eva - Ne fanno cenno Epifanio.

9. Vangelo di Maria - Maria Maddalena conforta i discepoli di Gesù e riferisce loro una rivelazione avuta da Gesù: che alla visione di Dio non si giunge con l'anima, né con lo spirito, ma con la conoscenza. E l’incredulità di Pietro e di Andrea che il Salvatore abbia fatto a una donna e non a loro tale rivelazione.

10. Interrogazioni di Maria - Ne fa cenno Epifanio.

11. Vangelo di Giuda - Lo nominano Ireneo ed Epifanio, attribuendolo ai cainiti, gruppo gnostico che avrebbe, a loro dire, spiegato il tradimento di Giuda come atto indispensabile, e previsto da Dio, per la caduta e conseguente salvezza dell'umanità. Giuda sarebbe stato, quindi, strumento della salvezza, per cui i cainiti celebravano il mysterium proditionis.

12. Vangelo di Mattia - Già citato da Origene e da Eusebio, finora gli studiosi erano per lo più del parere che si dovesse identificare con le Tradizioni di Mattia, di cui si conoscevano alcune poche citazioni in Clemente Alessandrino. Il testo di Nag Hammadi, ora allo studio, risolverà la questione.

13. Libro di Tommaso l'Atleta - E' un dialogo tra il Cristo risorto e Tommaso, attualmente ancora allo studio.

14. Apocrifo di Giovanni - Gli studi attualmente in corso su questo testo gnostico appureranno anche la questione se esso debba considerarsi il modello del Libro di Giovanni, in uso tra i bogomilli bulgari e i catari.

15. Vangelo della Verità - Non è propriamente un Vangelo, ma piuttosto una dissertazione su di alcuni punti fondamentali della dottrina gnostica: l'emanazionismo, la caduta delle anime nelle tenebre della materia, il predominio dell'Errore e della dimenticanza di Dio, quindi l'ignoranza di se stessi come eoni aventi radice nella Luce di Dio, la necessità della conoscenza (gnosi) per recuperare la salvezza con il ritorno in Dio, origine e fine di ogni cosa. Questa è la Verità, rivelata da Gesù Cristo, per la misericordia del Padre.

16. Vangelo di Tommaso - L'importanza di questo Vangelo è tale che gli studiosi lo considerano come il "quinto Vangelo", degno di essere incorporato ai sinottici. Il manoscritto copto scoperto a Khenoboskion appartiene al IV secolo, ma è ormai opinione comune che l'originale debba risalire alla prima metà del II secolo. Questo fatto colloca il Vangelo di Tommaso tra i primi documenti cristiani, molto vicino alle date di composizione dei Vangeli canonici, e solleva la questione delle reciproche influenze e dell'ambiente religioso di cui esso esprimeva il pensiero. Il Vangelo di Tommaso, infatti, presenta una serie di oltre cento assiomi di Gesù, che in gran parte hanno forma identica o molto simile a quella di versetti contenuti nei quattro Vangeli canonici - soprattutto di Matteo e di Luca - o che, pur differenti nella formulazione, hanno uno stretto rapporto concettuale con passi neotestamentari. Ma molti di essi, per la loro collocazione o per l'aggiunta di qualche particolare, risultano differenti nel significato. Altri hanno una struttura e un significato che ben si accorda con lo spirito dei testi canonici, ma un contenuto assolutamente nuovo. Infine, un terzo circa dei paragrafi di cui è composto il Vangelo non ha alcuna corrispondenza, né come forma né come contenuto, con i testi canonici. Proprio questi paragrafi costituiscono l'aspetto più interessante del Vangelo di Tommaso ed anzi danno la chiave per una interpretazione diversa, non solo delle parti che si differenziano dai testi noti, ma spesso anche di versetti formalmente identici. Essi, infatti, sono tutti chiaramente ispirati alla dottrina gnostica. Infine, è indubitabilmente accertato che il Vangelo di Tommaso non deriva dai canonici pertanto si deve supporre una fonte comune gnostica (o una collezione scritta di detti o una tradizione orale) da cui abbiano preso le mosse tanto i Vangeli canonici quanto il Vangelo di Tommaso.
17. Vangelo di Filippo - Nello stesso volume della biblioteca gnostica di Nag Hammadi che contiene il Vangelo di Tommaso, anzi proprio in continuazione ad esso, si trova il Vangelo di Filippo. Meno noto dell'altro, non era mai stato menzionato dai Padri della Chiesa. Confrontando le sentenze del Vangelo di Filippo con il poco che sappiamo - dagli scritti patristici - circa le dottrine delle varie correnti gnostiche, si può con una certa sicurezza affermare che il Vangelo è da ascrivere ai Valentiniani, così chiamati dal fondatore della scuola, Valentino, vissuto ad Alessandria d'Egitto in pieno II secolo. A parte infatti la consueta terminologia gnostica, comune anche a Tommaso, e naturalmente la concezione generale della gnosi, come “conoscenza diretta”, intimamente combinata con elementi di natura esoterica, il Vangelo di Filippo rivela una più ampia accettazione del mito e un più stretto legame con l'ebraismo e, soprattutto, approfondisce la dottrina squisitamente gnostica del ritorno delle anime perfette allo stato di pura "idea" (concezione platonica) nell'iperuranio, per dare invece notevole sviluppo alla dottrina Valentiniana della "camera nuziale", cioè del pleroma concepito come il "luogo" dei perfetti accoppiamenti delle sizigie emanate da Dio. Alla dottrina gnostica dell'emanazione pura e semplice si sovrappone quella della generazione e procreazione. Nel Vangelo di Filippo, Maria Maddalena è Sophia stessa, congiunta con il Salvatore nel matrimonio mistico. E viene menzionata come la compagna di Gesù, che amava più degli apostoli, e baciava nella bocca …

De sexu angelorum

La tradizione cattolica ci ha abituato a considerare gli angeli come degli esseri spirituali dalle sembianze antropomorfe intermedi tra l’uomo e Dio. Essa ritiene che gli angeli, come gli uomini, siano stati fatti “ad immagine e somiglianza di Dio”, ma che siano dotati di una natura sostanzialmente diversa ed inferiore rispetto a quella divina.
Questa tendenza a credere nell’esistenza di una gerarchia di sostanze spirituali nel cosmo è tipica delle religioni alienanti, che tendono a rispecchiare nel campo dell’ideologia religiosa le ben più concrete gerarchie presenti nella società e nel sistema di rapporti sociali di produzione.
E’ evidente che questa “teologia delle gerarchie spirituali” si è andata affermando in ambito cristiano quando una parte della Chiesa ha assunto le caratteristiche di una istituzione strutturata gerarchicamente.
Le antiche comunità gnostiche, eredi della più genuina tradizione esseno-cristiana, che non hanno voluto integrarsi nella complessa macchina istituzionale rappresentata dalla Grande Chiesa (poi chiamata cattolica), hanno mantenuto per secoli pressoché intatto un sistema teologico in cui gli uomini, gli angeli e il Padre di Verità non sono tre realtà distinte, ma tre gradi di coscienza della realtà divina dotati di una loro dinamica e della possibilità di convertirsi l’uno nell’altro. Gradi di sviluppo interiore, di unione con lo Spirito Interiore Divino che ci unisce al Gran Dio.
E’ evidente, quindi, che mentre la teologia politica cattolica è una ideologia del compromesso sociale, la teologia gnostica presenta un carattere estremamente rivoluzionario e sovvertitore nei confronti di qualsiasi ordine sociale di tipo gerarchico.
Il problema della natura degli angeli assume un importanza centrale nel pensiero della Gnosi Cristiana, al punto che in Pistis Sophia è lo stesso Gesù a tenere un discorso chiarificatore sulla natura degli angeli e delle altre realtà divine intermedie:
Allorché Andrea finì di parlare, lo spirito del salvatore si agitò, ed egli esclamò: “Fino a quando vi debbo sopportare? Fino a quando mi debbo intrattenere con voi? Tuttora non avete compreso e siete ignoranti. Non sapete, dunque, e non capite che voi, tutti gli angeli, tutti gli arcangeli, gli dèi, i signori, tutti gli arconti, tutti i grandi invisibili, tutti quelli [del luogo] di mezzo, quelli dell’intero luogo della destra, tutti i grandi delle emanazioni della luce e tutta la loro gloria, [non capite] che tutti voi insieme provenite da un’unica e identica pasta, che tutti voi provenite dalla stessa miscela?” (Pistis Sophia, Libro II, 100, 3)
Anche nel Codex Manichaicus Coloniensis, l’angelo più che una figura intermedia tra Dio e l’uomo è uno stato superiore raggiungibile di unione allo pneuma umano, anzi è la facoltà che guida l’uomo nella penetrazione dei profondi misteri della Gnosi e nella riscoperta di quel tanto di luce divina che si cela nel cuore di ogni essere umano. Non è un caso che parecchie volte l’angelo che guida Mani verso la Conoscenza sia chiamato “congiunto” (syzygos) e/o gemello dell’Apostolo.
Ora, nella teologia gnostica, la facoltà conoscitiva, in quanto attitudine attiva, viene rappresentata come maschile o virile. Non è un caso che nel Vangelo di Tomaso anche alle donne, rappresentate nel testo da Maria Maddalena, è riconosciuta la possibilità di “farsi uomini”, cioè di acquisire la conoscenza dei sacri misteri, e di giungere alla salvezza:  Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio (Un maschio sarebbe un uomo o una donna attivi nei misteri, attivi nel lavoro interno gnostico su se stessi), affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli” 
 Lo Gnostico, che nel procedere verso la conoscenza di sé arriva ad un grado di coscienza tale da riuscire a liberarsi dai vincoli del mondo materiale, anche se non ancora da quelli del molteplice, e si fa “angelo”, diventa il più virile degli esseri. Per la Gnosi, le idee di Angelo, Conoscenza e Virilità sono quindi attributi tipici dello spirito divino dell’essere umano, che a un dato momento giunge ad un certo grado di autocoscienza.
Nella teologia gnostica però l’angelo si distingue dall’uomo perché è uno spirito divino, che non è imprigionato dalle catene del mondo materiale e che si distingue da Dio per la  determinatezza e la limitatezza legati al suo essere Eone, cioè spirito divino che partecipa della molteplicità. Qualche teologo potrebbe obiettare, che il limite, il molteplice e il materiale sono aspetti diversi di una stessa realtà. A questa obiezione si può rispondere che l’attributo principale del mondo sensibile è l’estensione e che si possono benissimo immaginare realtà molteplici (ad esempio i numeri), che si limitano e determinano a vicenda, ma che non partecipano dell’attributo dell’estensione, cioè non sono materiali. Lo stesso discorso vale per gli angeli e gli Eoni della teologia gnostica: questi spiriti divini non sono ancora Dio, perché in essi la sostanza divina non supera il grado della molteplicità degli stati di coscienza, ma non sono neanche esseri umani, perché non sono più imprigionati in quella realtà dotata di estensione che noi chiamiamo materia.
In conclusione, possiamo dire che nella teologia gnostica l’angelo è l’Uomo che giunge ad una tale conoscenza di sé da riuscire a svincolare il proprio pneuma divino dai lacci del mondo materiale, ma che non è ancora in grado di sciogliere il proprio Io nell’assoluta unità del Tutto.
 
Nel nome del Signore,
Dio d’Israel, sia
Michael alla mia destra,
Gabriel alla mia sinistra,
dinanzi a me Uriel,
dietro a me Raphael,
e sopra la mia testa
la divina presenza di Dio
Preghiera ebraica


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